Ipertiroidismo - Quando la tiroide funziona troppo
- Quando la tiroide funziona troppo
- Malattia di Basedow
- Oftalmopatia tiroidea
- Gozzo nodulare iperfunzionante
Quando la tiroide funziona troppo
Quando la tiroide funziona troppo, c’è un eccesso di ormoni tiroidei nell’organismo (ipertiroidismo).
Gli effetti dell’ipertiroidismo consistono in: accelerazione della frequenza cardiaca con palpitazioni e possibili aritmie, calo di peso, insonnia, ansia, tremori, sudorazione, debolezza muscolare.
Le concentrazioni nel sangue di FT3 e FT4 sono aumentate, mentre il TSH è molto basso “soppresso”.
Le cause possono essere:
- Processi autoimmuni a carico della tiroide (malattia di Basedow), in cui si possono associare alterazioni oculari (esoftalmopatia).
- Noduli tiroidei iperfunzionanti (singoli o multipli nell'ambito di un gozzo multinodulare).
- Processi infiammatori (fase ipertiroidea della tiroidite subacuta).
- Farmaci (es. amiodarone, eccesso di iodio).
Malattia di Basedow
E’ la forma più comune di ipertiroidismo, in cui tutta la tiroide produce un eccesso di ormoni tiroidei.
E’ causata dalla presenza di auto-anticorpi nel sangue in grado di legarsi ai recettori per il TSH sulla tiroide (TRAb), stimolandola direttamente a funzionare, al di fuori delle normali vie di regolazione.
La diagnosi si basa sul dosaggio nel sangue di FT3 e FT4 (che saranno elevati) e di TSH (che sarà azzerato, per l’effetto soppressivo dell’eccesso di ormoni tiroidei sulla secrezione di TSH).
Utile determinare inizialmente anche gli anticorpi prodotti dall’organismo stesso “contro” la tiroide (antitireoperossidasi, TPO e antitireoglobulina, TGA - non necessario poi ripeterli nel tempo) come marcatori in genere di autoimmunità tiroidea, ed anche i TRAB (anticorpi anti-recettore del TSH), che svolgono un ruolo causale nella malattia di Basedow.
La “struttura” della tiroide sarà fotografata mediante una ecografia tiroidea (che utilizza gli ultrasuoni) e - quando necessario per confermare la diagnosi - anche con una scintigrafia tiroidea che documenta che è tutta la tiroide a captare il tracciante e a funzionare.
Trattamento:
- Terapia medica:
si basa sull'utilizzo di farmaci che riducono la produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide (metimazolo).
Per ridurre la tachicardia e i tremori inizialmente possono essere aggiunti beta-bloccanti (se non controindicati).
La terapia tireostatica si protrae in media per 12-18 mesi, adeguando il dosaggio in base alla risposta (FT3, Ft4, TSH ogni 4 settimane inizialmente e poi ogni 3 mesi circa) per mantenere la funzionalità tiroidea normale. Solitamente è ben tollerata; nel 5% dei casi può insorgere intolleranza (principalmente orticaria) per cui è necessario contattare lo specialista per gli opportuni provvedimenti e modifiche della terapia. Opportuno controllare la funzionalità epatica (transaminasi, fosfatasi alcalina) in terapia e l’emocromo - quest’ultimo particolarmente in caso di febbre/mal di gola, contattando il Medico curante per la possibilità (rara, 0.8%) di riduzione significativa dei globuli bianchi che richiede la sospensione del farmaco.
Alla sospensione della terapia, la funzionalità tiroidea si mantiene normale in circa il 50% dei pazienti, mentre nei restanti si va incontro ad una recidiva di ipertiroidismo; in alcuni casi è anche possibile una evoluzione spontanea in ipotiroidismo (ridotta funzionalità della tiroide). E’ pertanto necessario continuare a controllare la funzionalità tiroidea nel tempo. - Terapia radiometabolica Medico-Nucleare (radioiodio):
utilizza la somministrazione orale di una dose di iodio radioattivo che viene concentrato nella tiroide e ne riduce la funzione.
Viene utilizzata nei pazienti che risultano intolleranti alla terapia medica o che presentano recidiva di ipertiroidismo alla sospensione della terapia medica e nei pazienti in cui si preferisce una soluzione più rapida e stabile dell’ipertiroidismo, in assenza di controindicazioni specifiche. - Terapia chirurgica (tiroidectomia):
viene utilizzata nei pazienti in cui l’ipertiroidismo recidiva dopo terapia medica, con tiroide voluminosa o multinodulare, in presenza di oftalmopatia moderata-severa. La funzionalità tiroidea va normalizzata con la terapia medica prima dell’intervento chirurgico.
(L’ipotiroidismo post-tiroidectomia o post-radioiodio, va poi trattato con terapia sostitutiva con l-tiroxina.)
Si raccomanda di evitare prodotti contenenti eccesso di iodio (es. disinfettanti a base di iodio, creme, farmaci ad elevato contenuto di iodio) per il rischio di peggiorare l’ipertiroidismo. In caso di indispensabilità di esami con mezzo di contrasto iodato contattare lo Specialista curante per eventuale correzione temporanea della terapia.
Nella paziente in gravidanza, l’ipertiroidismo viene trattato con la terapia medica, al dosaggio minimo possibile per mantenere FT4 ai limiti superiori della norma, con alcune peculiarità relative ai farmaci da usare ed alla frequenza dei controlli, per cui è indispensabile che la paziente informi e si tenga in contatto con lo specialista curante per tutta la durata della gravidanza e nel post-partum.
Oftalmopatia tiroidea
Oltre alla retrazione della palpebra superiore, che è un segno comune nell’ipertiroidismo, in questi casi sono presenti alterazioni infiammatorie dei tessuti dell’orbita (congiuntive, sclere, palbebre, muscoli), con protrusione del globo oculare verso l’esterno (esoftalmo).
Presente in forma lieve in circa il 50% dei pazienti con malattia di Basedow, ma solo nel 5% in forma grave.
Trattamento:
- In tutti i casi:
- la funzionalità tiroidea va mantenuta normale con la terapia,
- va sospeso il fumo, che peggiora l’oftalmopatia e riduce la risposta al trattamento,
- devono essere effettuati controlli oculistici specifici per stabilire la gravità del quadro e la fase di attività dello stato infiammatorio. Utile praticare anche una TC o RM senza mezzo di contrasto dell’orbita, per valutare i tessuti, i muscoli, etc...
- Nelle forme lievi:
- sono sufficienti misure locali (lacrime artificiali se secchezza oculare, lenti che proteggano dal sole, dormire con 2 cuscini per ridurre l’edema locale etc..).
- Nelle forme moderate-gravi:
- terapia medica con cortisone, che può essere praticato con somministrazioni endovenose cicliche, secondo protocolli prestabiliti, in assenza di controindicazioni,
- controllare la funzionalità tiroidea con terapia medica tireostatica, e procedere a trattamento definitivo dell’ipertiroidismo: intervento chirurgico di tiroidectomia nelle forme di oftalmopatia grave; intervento chirurgico oppure radioiodio associando terapia cortisonica nelle forme di oftalmopatia moderata.
- Eventuale radioterapia orbitaria.
- Trattamenti chirurgici su orbita/muscoli oculari/palpebre se necessario.
Gozzo nodulare perfunzionante
E’ causato dalla presenza di noduli tiroidei iperfunzionanti, cioè in grado di produrre un eccesso di ormoni tiroidei, in maniera “autonoma” dai normali meccanismi di regolazione.
- Si puo’ trattare di un nodulo iperfunzionante singolo o di uno o piu’ noduli iperfunzionanti nell’ambito di un gozzo multi- nodulare.
- La diagnosi dell’ipertiroidismo si fa sulla base degli esami del sangue di funzionalità tiroidea: gli ormoni tiroidei FT3 e FT4 sono aumentati, mentre il TSH e’ molto basso.
- La “struttura” della tiroide e le caratteristiche dei noduli (dimensioni, sede etc..) sono studiate mediante l’ecografia tiroidea.
- La scintigrafia tiroidea - che utilizza bassissime dosi di un tracciante radioattivo che viene specificamente captato dalla tiroide e rilevato ad una “fotografia” della ghiandola - evidenzierà se ci sono noduli “caldi” cioè captanti il tracciante più intensamente rispetto al tessuto tiroideo normale. (questo esame va evitato in corso di gravidanza).
Trattamento:
- Terapia medica:
si basa sull'utilizzo di farmaci che riducono la produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide (metimazolo), adattandone il dosaggio in base alla risposta dei valori di FT3, Ft4, TSH, da controllare periodicamente.
Opportuno controllare la funzionalità epatica (transaminasi, fosfatasi alcalina) in terapia e l’emocromo - quest’ultimo particolarmente in caso di febbre/mal di gola, contattando il Curante per la possibilità (rara, 0.8%) di riduzione significativa dei globuli bianchi che richiede la sospensione del farmaco.
In caso di noduli iperfunzionanti, la terapia medica controlla l’ipertiroidismo, ma non ne rimuove la causa, per cui è spesso indicato procedere ad un trattamento più definitivo, rappresentato dal radio-iodio o dall’intervento chirurgico. - Terapia radiometabolica Medico-Nucleare (radioiodio):
utilizza la somministrazione orale di una dose di iodio radioattivo che viene concentrato nella tiroide - in particolare nei noduli iperfunzionanti - e ne riduce la funzione. - Terapia chirurgica (tiroidectomia parziale in caso di nodulo iperfunzionante singolo o totale se noduli iperfunzionanti nell’ambito di un gozzo multinodulare):
da effettuarsi dopo aver normalizzato FT3 e FT4 con la terapia medica.
(L’ipotiroidismo post-tiroidectomia o post-radioiodio, va poi trattato con terapia sostitutiva con l-tiroxina.)
Si raccomanda di evitare proditti contenenti eccesso di iodio (es. disinfettanti a base di iodio, creme, farmaci ad elevato contenuto di iodio) per il rischio di peggiorare l’ipertiroidismo. In caso di indispensabilità di esami con mezzo di contrasto iodato contattare lo specialista curante per eventuale correzione temporanea della terapia.
Nella paziente in gravidanza, l’ipertiroidismo viene trattato con la terapia medica, al dosaggio minimo possibile per mantenere FT4 ai limiti superiori della norma, con alcune peculiarità relative ai farmaci da usare ed alla frequenza dei controlli, per cui è indispensabile che la paziente informi e si tenga in contatto con lo specialista curante per tutta la durata della gravidanza e nel post-partum.